SALUTE
POLIOMISITE: UNA MALATTIA RARA CHE CAUSA INFIAMMAZIONI E DANNI ALLE FIBRE MUSCOLARI
La polimiosite rientra tra le malattie infiammatorie rare di natura miopatica.
L’impiego degli immunosoppressori a seguito di inefficacia dei corticosteroidi
Effetti collaterali nella cura della polimiosite
La polimiosite rientra tra le malattie infiammatorie rare di natura miopatica, cioè che coinvolgono i muscoli del corpo umano, causandone alterazioni chimiche e strutturali delle cellule.
Di norma accompagnata da manifestazioni flogistiche a livello della pelle, questa malattia può essere curata con cicli di farmaci anti-infiammatori e altre tipologie di molecole, di cui parleremo in maniera approfondita nei paragrafi seguenti.
Ma prima cerchiamo di capire come si sviluppa la polimiosite nel corpo umano e quali sono i sintomi principali che la accompagnano.
Come agisce la polimiosite?
La polimiosite colpisce le strutture cellulari dei muscoli del corpo, agendo in modo da provocarne la degenerazione dei tessuti, che causa di conseguenza difficoltà deambulatorie e di movimento in generale.
I muscoli principalmente colpiti dalla patologia sono quelli di braccia e gambe, senza mai colpire quelli facenti parte degli organi interni.
In rari casi tuttavia vi possono essere interessamenti a livello cardiaco e polmonare, con conseguenti fenomeni di dispnea e aritmia, oppure a livello intestinale, con dolori addominali, perdita di sangue nelle feci e infiammazioni dei vasi sanguigni.
Da che cosa è causata la polimiosite?
L’origine della malattia è ancora sconosciuta, anche se vi sono alcuni fattori scatenanti, i quali sono, nell’ordine:
reazioni autoimmuni;
virus;
patologie tumorali;
fattori ereditari.
Quali sintomi caratterizzano questa patologia?
A livello sintomatologico la polimiosite si caratterizza per dolori e gonfiore a livello muscolare, in particolare a quelli degli arti superiori ed inferiori, ma anche a livello delle articolazioni.
Inoltre fanno parte del quadro clinico riconducibile a tale patologia le seguenti manifestazioni sintomatiche:
febbre;
difficoltà a deglutire;
astenia;
perdita di peso;
formicolio alle dita e loro insensibilità al freddo.
Va poi sottolineato come la debolezza muscolare sia di natura progressiva, ossia possa peggiorare nell’arco di varie settimane, impedendo al paziente di sollevare le braccia oltre la testa, di alzarsi da una sedia senza difficoltà, oppure ancora di alzare la testa dal cuscino del letto.
Infine la polimiosite può essere accompagnata da manifestazioni flogistiche a livello cutaneo di varia natura, le quali possono essere connesse con l’infiammazione muscolare presente nella medesima regione.
Come si arriva alla diagnosi di polimiosite?
Per diagnosticare una polimiosite il personale medico si baserà sì sui sintomi dolorosi manifestati dal paziente, verificando la debolezza muscolare e l’eventuale presenza di eruzioni cutanee, ma cercherà di approfondire a livello clinico il quadro presentato da quest’ultimo mediante alcuni esami clinici specifici.
Tra questi rientrano:
una verifica mediante analisi del sangue dei livelli degli enzimi muscolari;
una risonanza magnetica;
una biopsia di tessuto muscolare;
un’elettromiografia, ossia un’analisi dell’attività elettrica e della velocità di trasmissione del segnale da parte dei nervi e dei muscoli. Tale esame si effettua mediante la somministrazione di stimoli elettrici per via cutanea.
In particolare la biopsia di tessuto può escludere la presenza di altre patologie di natura muscolare, mentre la risonanza magnetica può essere utile per localizzare la regione in cui effettuare il prelievo dello stesso tessuto.
Infine per pazienti che abbiano un’età compresa tra i 40 e i 60 anni si potranno effettuare ulteriori analisi specifiche in via precauzionale, allo scopo di escludere la presenza di masse tumorali all’interno dell’organismo.
Quali sono le terapie per la cura della polimiosite?
Essendo una patologia di natura infiammatoria, lo scopo della terapia per la cura della polimiosite è quello di ridurre il più possibile la flogosi stessa.
Di norma il medico, una volta effettuate indagini cliniche accurate e diagnosticata con certezza la patologia, può prescrivere un ciclo di cura a base di farmaci anti-infiammatori.
I corticosteroidi: farmaci anti-infiammatori di grande efficacia
Tra questi i più utilizzati sono i corticosteroidi, come ad esempio il prednisone, da assumere per via orale in compresse di vario dosaggio.
L’assunzione del prednisone migliora la condizione del paziente dopo 1-3 mesi, riducendo dolore e gonfiore dei muscoli, e riportando la giusta sensazione di forza a livello degli arti.
L’impiego degli immunosoppressori a seguito di inefficacia dei corticosteroidi
L’utilizzo dei corticosteroidi tuttavia non risulta essere efficacia in tutti i pazienti: infatti in alcuni vi può essere una resistenza all’azione del farmaco, così come in altri possono comparire effetticollaterali quali lesioni ai muscoli e ai nervi motori.
Per questa ragione il medico abbandonerà l’impego dei corticosteroidi a favore degli immunosoppressori, ossia molecole in grado di annullare la risposta del nostro sistema immunitario, riducendo di conseguenza l’infiammazione.
Tra gli immunosoppressori rientrano farmaci qual il metotrexato, il mofetile o la ciclosporina, che possono anche essere utilizzati in aggiunta al prednisone per amplificarne l’azione terapeutica, sempre a patto che il paziente non sviluppi intolleranze a quest’ultimo o abbia subito effetti collaterali.
Qualora vi fossero problemi anche nell’utilizzo dei farmaci immunosoppressori il personale medico opterà in ultima analisi per la somministrazione per endovena della gammaglobulina, una molecola che contiene un gran numero di anticorpi deputati all’eliminazione del quadro infiammatorio.
Effetti collaterali nella cura della polimiosite
Come abbiamo giàavuto modo di accennare, l’utilizzo dei farmaci sopradescritti per la cura della polimiosite può generarealcuni effetti collaterali.
Ad esempio l’impiego dei corticosteroidi per lungo tempo può esporre il paziente al rischio di osteoporosi. Per questo spesso si aggiungono a questi ultimiintegratori a base di vitaminaD e calcio.
Infine i soggetti che sono sottoposti a cure a base di farmaciimmunosoppressori devono necessariamente sottoporsi a terapieper prevenire patologie infettive: infatti l’azzeramento del sistema immunitario espone i pazienti all’azione di ogni tipo di virus e batteri, i quali possono comportare conseguenze anche fatali.