SALUTE
ABBRONZANTI
I prodotti abbronzanti sono un argomento ricorrente con l’arrivo della bella stagione; è questo infatti il periodo nel quale molti, soprattutto coloro che si recano in località di mare, dedicano una parte della giornata alla sospirata abbronzatura.
Non è nostra intenzione discutere quest’ultimo argomento, il tema infatti è già trattato in modo esaustivo, soprattutto in chiave psicologica, in un articolo a parte (Abbronzatura) al quale rimandiamo coloro che fossero interessati a questo aspetto; qui ci limitiamo a ricordare che la nostra posizione in merito è alquanto critica.
Lo scopo di questo articolo è invece quello di trattare, per completezza d’informazione, dei prodotti abbronzanti. Trattasi di prodotti che, in primis, vengono acquistati, com’è facilmente intuibile, per esaltare (o addirittura indurre) l’abbronzatura.
Prima di approfondire la questione è però opportuno rinfrescarsi le idee sulle radiazioni solari e sui fototipi (il fototipo di un soggetto è dato dalla qualità e dalla quantità della melanina presente nella sua pelle in condizioni basali).
Radiazioni solari e fototipo
Sulla Terra giungono diversi tipi di radiazioni solari; una parte di esse si presentano sotto forma di luce; altre parti sono rappresentate da raggi infrarossi e raggi ultravioletti.
I raggi infrarossi sono radiazioni termiche; producono effetti vasodilatatori e possono quindi contribuire al peggioramento di alcune particolari condizioni (couperose, varici, angectasie ecc.).
Diversi sono invece gli effetti dei raggi ultravioletti; di questi ultimi ne esistono tre tipi: raggi UV-A (UVA), raggi UV-B (UVB) e raggi UV-C (UVC); i primi due tipi di raggi ultravioletti sono quelli responsabili dell’abbronzatura; essi infatti agiscono stimolando i melanociti e conseguentemente la produzione di melanina, il cui effetto più eclatante è quello abbronzante.
Mentre i raggi UV-B si limitano a colpire l’epidermide (ovvero la zona cutanea più esterna), i raggi UV-A penetrano molto più in profondità e sono in grado di danneggiare collagene, elastina e capillari; i raggi UV-A sono le radiazioni principalmente responsabili dell’invecchiamento cutaneo; non sono però i raggi UV-A a essere più pericolosi per la nostra salute; si ritiene infatti che i raggi UV-B possano alterare il DNA cellulare favorendo la formazione di tumori cutanei (quello più temibile è il melanoma; si leggano a tale proposito glli articoli Melanoma e Come riconoscere un melanoma).
La scelta dei vari prodotti legati all’esposizione solare, giustificabile o no che sia (vedasi a questo proposito il nostro articolo Creme solari), viene consigliata in base al cosiddetto fototipo: se ne distinguono sei tipologie che vengono espresse con un numero (da 1 a 6, talvolta vengono anche indicate con la numerazione romana). Di seguito una breve descrizione dei sei fototipi.
Fototipo 1: trattasi di soggetti dalla carnagione particolarmente chiara; molto spesso la loro pelle è caratterizzata dalla presenza di efelidi, il colore degli occhi è il più delle volte chiaro e frequentemente hanno capelli biondi o rossi.
In questi soggetti l’esposizione prolungata ai raggi solari senza protezione può essere causa di gravi problemi. I soggetti appartenenti a questo fototipo si abbronzano pochissimo o addirittura non si abbronzano per niente.
Fototipo 2: trattasi di soggetti dalla carnagione chiara; la presenza di efelidi è frequente; i capelli sono spesso di colore biondo scuro o castano chiaro. Il colore degli occhi può invece essere chiaro o scuro.
La cute dei soggetti appartenenti a questo fototipo è molto delicata in seguito a esposizione prolungata ai raggi solari, in mancanza di una protezione adeguata, si scottano con molta facilità. La loro abbronzatura non è mai particolarmente appariscente.
Fototipo 3: è il fototipo più frequente in occidente. La carnagione di questi soggetti è bruno-chiara; i capelli sono castani, mentre gli occhi possono essere sia chiari che scuri.
Le scottature solari in questi soggetti sono ovviamente meno frequenti che nei soggetti appartenenti ai primi due fototipi, ma è comunque necessario che anche i fototipo 3 usino protezioni adeguate nel caso di esposizioni prolungate alle radiazioni solari. In questi soggetti l’abbronzatura è piuttosto marcata e ben omogenea.
Fototipo 4: in questi soggetti il colorito della carnagione è olivastro o piuttosto scuro. I capelli sono neri o castano-scuri. Il colore degli occhi è scuro. La pelle dei soggetti appartenenti al fototipo 4 è scarsamente sensibile alle radiazioni solari, anche nel caso di esposizioni prolungate. L’abbronzatura risulta essere particolarmente intensa in questi soggetti.
Fototipo 5: appartengono a questo fototipo i soggetti con carnagione bruno-olivastra. I capelli sono di colore nero e gli occhi sono di colore scuro. L’esposizione anche prolungata al sole non provoca particolari reazioni.
Fototipo 6: i soggetti di questo fototipo hanno carnagione e capelli di colore nero. Gli occhi sono di colore scuro. La colorazione della loro pelle non muta, anche nel caso di prolungate esposizioni alle radiazioni solari.
Il fattore di protezione
Per quanto concerne il fattore di protezione dei prodotti abbronzanti rimandiamo al paragrafo relativo presente nel nostro già citato articolo Creme solari.
Abbronzanti: i prodotti
Esistono diverse tipologie di prodotti abbronzanti; analizziamole brevemente.
Oli solari – Gli oli solari sono prodotti caratterizzati da una notevole spalmabilità e dalla loro trasparenza. Sono prodotti che si addicono ai fototipi con carnagione più scura perché la barriera che formano è estremamente sottile e i fattori di protezione non sono mai particolarmente elevati in questa tipologia di prodotti.
In Rete non è particolarmente difficile trovare “ricette” per la preparazione di oli solari abbronzanti; ovviamente il ricorso a questa tipologia di prodotti può essere rischioso perché non vi sono garanzie relativamente ai fattori protettivi di queste preparazioni.
Stick, gel anidri e lipogel – Sono prodotti abbastanza grassi venduti sotto forma solida; sono densi e untuosi, non sono quindi particolarmente adatti a essere spalmati su superfici cutanee estese; generalmente vengono utilizzati per proteggere le parti più sensibili (naso, labbra, seno, volto ecc.).
Più che prodotti abbronzanti, si tratta di complementi all’abbronzatura.
Idrogel – Sono prodotti di consistenza gelatinosa a base di acqua o alcol. Il loro fattore di protezione è generalmente basso e, qualora la base sia alcolica, non sono consigliabili per l’uso su pelli particolarmente sensibili. Vengono utilizzati talvolta per proteggere i capelli o come creme doposole.
Paste e creme – Sono prodotti caratterizzati da una notevole densità; il loro utilizzo è destinato generalmente a soggetti dalla pelle estremamente delicata e ai bambini più piccoli. Quando si parla di creme abbronzanti ci si riferisce generalmente ai cosiddetti autoabbronzanti (vedasi paragrafo successivo).
Acque solari – Sono prodotti liquidi che solitamente vengono distribuiti sulla cute come spray. Il loro livello di protezione è solitamente basso e sono da considerarsi più come prodotti rinfrescanti e idratanti che come prodotti protettivi.
Abbronzanti
Sulla Terra giungono diversi tipi di radiazioni solari; una parte di esse si presentano sotto forma di luce; altre parti sono rappresentate da raggi infrarossi e raggi ultravioletti.
Gli autoabbronzanti
Gli autoabbronzanti sono prodotti che conferiscono una pigmentazione più scura alla pelle; la colorazione più scura è dovuta al fatto che tali prodotti contengono un carboidrato, il diidrossiacetone (più conosciuto come DHA) che, spalmato sulla superficie cutanea, si lega a una proteina della pelle, la cheratina, originando un composto che conferisce una carnagione più scura.
I prodotti autoabbronzanti sono presenti in commercio sotto diverse forme, sostanzialmente quelle citate nel paragrafo precedente, ma generalmente la più comune è quella della crema.
L’azione degli autoabbronzanti non è di tipo permanente; la cute infatti ha la tendenza a ritornare alla sua naturale colorazione nel giro di 8-10 giorni. È da molto tempo che si dibatte sull’opportunità dell’utilizzo di tali prodotti, ma a tutt’oggi non vi sono evidenze relative alla loro nocività.
Essenzialmente esistono due grandi tipologie di autoabbronzanti: quelli da utilizzare solo sul viso e quelli utilizzabili su tutto il corpo; ciò che li differenzia non è tanto la composizione quanto la loro densità, solitamente maggiore nei prodotti destinati al viso.
Per ottenere i risultati migliori da questa tipologia di abbronzanti, è consigliabile seguire rigorosamente le istruzioni fornite dal produttore.
Generalmente, quando si utilizzano gli autoabbronzanti da utilizzare su tutto il corpo, viene consigliato un preventivo trattamento per l’eliminazione delle cellule morte (il cosiddetto scrub); nel caso in cui si utilizzi un autoabbronzante per il solo viso è sufficiente un’accurata pulitura con un apposito prodotto detergente. È inoltre consigliabile applicare, prima dell’abbronzante, una crema idratante.
È opportuno non abbondare con le dosi; infatti se la colorazione non raggiunge i livelli desiderati nel giro di due o tre ore, è sempre possibile un’altra applicazione, mentre se si esagera non è possibile, finché durano gli effetti dell’abbronzante, tornare indietro.
In linea generale, tutti possono utilizzare le creme abbronzanti, ma in alcune circostanze può essere inopportuno; un esempio è rappresentato da quelle situazioni in cui la pelle presenta spellature; se, per un qualsiasi motivo, ci stiamo “spellando”, l’applicazione del prodotto non verrebbe effettuata in modo uniforme su tutte le parti del corpo e i risultati potrebbero lasciare a desiderare.
Si eviti anche di usare il prodotto in questione poco prima di fare un bagno o una doccia; il processo, semmai, deve essere inverso.
In linea generale questi prodotti fanno quello che promettono, anche se deve essere chiaro che gli effetti sono temporanei. Il risultato poi cambia anche a seconda del fototipo del soggetto; i soggetti dalla carnagione più chiara necessitano di applicazioni più numerose.
È inoltre fondamentale ricordarsi che la preparazione della pelle a ricevere i raggi solari non subisce variazioni dopo questo tipo di trattamento; l’abbronzatura è reale, ma non vi è interazione con la melanina perciò le precauzioni da seguire in caso di successiva esposizione solare non devono assolutamente tener conto del colorito più scuro della carnagione.