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POSTURA: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
Postura è un termine di cui esistono varie definizioni; una di quelle più comunemente usate definisce la postura come la “posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i suoi segmenti corporei”; altri autori ne riportano definizioni, potremmo dire, più “filosofiche” come per esempio: “la postura rappresenta l’atteggiamento che il nostro corpo assume nello spazio in relazione al nostro rapporto con l’ambiente esterno.
Essa rappresenta un mezzo di comunicazione tra il nostro mondo interiore e quello che ci circonda” oppure “la postura è l’adattamento personalizzato di ogni individuo all’ambiente fisico, psichico ed emozionale”.
Più semplicemente, invece, potremmo considerare la postura come il modo di atteggiarsi del corpo umano determinato dal suo apparato locomotore in opposizione alla forza di gravità.
Al di là delle definizioni, più o meno azzeccate, è interessante notare come negli ultimi anni, quello della postura sia diventato un argomento sempre più dibattuto e al quale molte discipline, in primis l’osteopatia, ma anche la fisiatria, l’ortopedia, l’oculistica, l’odontoiatria e la gnatologia ecc. danno una notevole importanza.
Posturologia
La disciplina che studia i rapporti fra postura e corpo viene detta posturologia. Su come considerare questa materia, non c’è unanimità di vedute. In effetti sono numerosi i distinguo sulla questione; si parla, per esempio, di posturologia olistica, di posturologia clinica e così via.
A dimostrazione di quanto le interpretazioni possano essere diverse, è interessante leggere quanto riportato sul sito ufficiale dell’Accademia Italiana di Scienze Posturali (AISPo): “Il termine posturologia clinica è stato coniato dall’AISPo … omissis … nel 1998 quando tutti parlavano di posturologia e tale materia era interpretata a mano libera senza criteri clinici specifici e ripetibili, quando regnava sovrana come tutt’oggi la confusione.
L’uso improprio di tale termine, senza l’autorizzazione scritta degli autori, espone a chi lo usa a procedimenti legali da parte dell’AISPo e del CIRAPoC, in quanto tali enti lo hanno coniato, studiandone la metodica specifica, strutturandone e perfezionandone il protocollo clinico e diagnostico e definendone i criteri diagnostici e l’approccio terapeutico.
La posturologia clinica non è una scienza alternativa né olistica né integrata o similari, ma è una branca medica con una sua semeiotica e terapie specifiche che non sono di tipo osteopatico e/o manipolativo e/o alimentari e/o elettromagnetiche o similari”.
Come si vede, non è poi facilissimo dare una definizione di posturologia sulla quale tutti possano convergere. Non è negli scopi di questo articolo, comunque, cercare di dirimere una questione sulla quale sarà ben difficile trovare un punto comune considerati i vari punti di vista. Più interessante è cercare di capire se gli interventi sulla postura possono o no, essere di una certa utilità da un punto di vista salutistico o comunque di qualità della vita.
La teoria dell’adattamento
Tutti noi abbiamo la parte sinistra del corpo diversa da quella destra. Non solo per la lunghezza degli arti (possibile dismetria), ma anche per la differente conformazione di muscoli, ossa, tendini ecc.
È abbastanza assurdo pensare di proporre per tutti un unico modo di gestire la propria postura.
Esistono schemi generali che è possibile rispettare, ma non è possibile arrivare a livelli di dettaglio senza rapportarli al caso particolare.
Va da sé che un buon osteopata potrà trovare una cattiva postura in un gran numero di soggetti, una piccola parte dei quali avrà sintomi. Sono i soggetti in cui gli adattamenti hanno prodotto squilibrio anziché equilibrio. Quindi, prima regola: pensare che un problema che “può” dipendere dalla postura, dipenda sicuramente da essa, è un esempio di quel delirio di onnipotenza che affligge spesso molti terapeuti.
L’importanza della postura
posturaOccorre fare un distinguo fondamentale fra situazioni patologiche non da sovraccarico (non a caso, lo studio della postura è tanto più utile quanto più grave è il problema) e situazioni di sovraccarico.
Per scendere nel pratico, parliamo, per esempio, di postura e attività sportiva. Alcune discipline (come la già ricordata osteopatia) danno una notevole importanza alla postura del soggetto sportivo, sia per quanto riguarda la ricerca della prestazione, ma soprattutto per quanto concerne la cura e la prevenzione di infortuni; prendiamo, per esempio, il caso di un soggetto praticante la corsa.
Nel runner è ormai certo che la stragrande maggioranza degli infortuni dipendono da un sovraccarico quantitativo o qualitativo.
La domanda a cui dobbiamo rispondere è: nelle situazioni di sovraccarico la correzione della postura (per esempio per aumentare la distanza critica) è solo una strategia ottimistica?
Correggere una postura in uno sportivo adulto solo per minimizzare la probabilità di infortunio (o per migliorare la prestazione) può essere inutile o addirittura dannoso. Infatti, il discorso regge per un bambino mentre per un adulto rischia di essere devastante.
Per la teoria dell’adattamento, se si fanno correre tutte le persone nello stesso modo si rischiano danni evidenti. In altri termini, se per anni il runner si è adattato a gestire un carico X sul proprio corpo, può ridistribuirlo meglio, ma resta X. Vuol dire che, se scarica la schiena, magari è più caricato il ginocchio. Morale, il ginocchio, che non era abituato a quel carico, fa crac.
Occorre che la correzione della postura sia:
graduale
mirata.
Graduale significa che deve avvenire per gradi, con esercizi che portino naturalmente al miglioramento; mirata significa che ci si concentra su quegli aspetti che più sono critici. Meglio eseguire 2-3 esercizi utili mirati a correggere i difetti che 20 esercizi “generici”:
una determinata strategia può essere valida per alcuni e dannosa per altri.
Diventa quindi molto importante essere seguiti da un valido preparatore che non venda illusioni, ma certezze scientifiche: in altri termini, un soggetto trentenne può ottenere maggiori benefici di un soggetto over 60 che ha corso per tutta la vita in un certo modo e dove i miglioramenti realisticamente non possono andare al di là del 10-20% (che comunque è tanto).
Gli interventi utili
Per quanto detto sopra gli interventi utili sono quelli che non violentano il nostro naturale adattamento alla locomozione. Sono pertanto interventi importanti:
l’attenzione dei genitori alla postura dei figli. Quanto più il bambino viene corretto tempestivamente tanto migliori saranno i risultati.
La scelta di un ottimo letto. Un terzo della nostra vita lo trascorriamo a letto e ciò consente di ottenere validi adattamenti anche a un adulto. I migliori materassi sono quelli in lattice a densità variabile in funzione dei pesi delle zone del nostro corpo.
Per tutti i sedentari può essere utile imparare la corretta posizione da seduti; fondamentale è l’uso di sedie (poltrone) ergonomiche, imparando a sedersi in fondo alla sedia, appoggiandosi allo schienale.
Mantenere un certo tono muscolare, flessibilità e elasticità, sia con esercizi (stretching e potenziamento), attività (yoga) e sport specifici (quelli non ripetitivi sono ottimali, circuit training, calcio, basket ecc.). È importante che il soggetto scelga la strategia che psicologicamente gli è più congeniale e che eviti comunque di esagerare nello sviluppo di un certo parametro.
Postura e ginnastica posturale
La ginnastica posturale è una disciplina che si pone lo scopo, attraverso determinati esercizi, di incidere positivamente sulla postura di un soggetto. Se fino a pochi anni fa, la ginnastica posturale non era particolarmente conosciuta, adesso sono molti gli studi e le palestre che organizzano appositi corsi.
Una cosa che è importante sottolineare è che le cause di uno stesso atteggiamento posturale scorretto possono essere diverse (alla base di una postura non idonea possono esserci fattori fisici, costituzionali, occupazionali, neurologici ecc.) e l’obbiettivo della ginnastica posturale non dovrebbe
essere soltanto quello di limitarsi a proporre esercizi correttivi di una determinata postura, bensì di proporli in base a un’accurata indagine sulle cause di una postura scorretta; in altri termini: prima si verificano le cause di un determinato atteggiamento posturale e poi si propongono soluzioni.
Uno stesso atteggiamento posturale, per esempio il “collo e testa in avanti”, può essere dovuto a un’iperlordosi lombare, ma anche a un problema di tipo visivo che il soggetto tenta di compensare con una determinata postura.
Un altro esempio può essere quello dell’annullamento della lordosi lombare, un problema che può derivare da una discopatia lombare oppure da una retroversione del bacino causata dalla retrazione della muscolatura anteriore di bacino e addome; in quest’ultimo caso la ginnastica posturale deve tendere a restituire elasticità alla muscolatura anteriore in modo da ripristinare la giusta curvatura lombare, mentre nel caso di discopatia, è inutile proporre gli stessi esercizi se prima non si risolve il problema discale.
Quindi, prima di stilare un programma di ginnastica posturale è indispensabile verificare, caso per caso, i fattori alla base di una determinata postura non corretta.
Per quanto, molto spesso, si parli di ginnastica posturale come mero trattamento di problematiche di vario tipo, i sostenitori di questa disciplina sostengono che il vero obiettivo della ginnastica posturale è quello di insegnare al soggetto la capacità di sapere assumere e controllare la propria postura nelle quotidiane azioni motorie, rendendo certi meccanismi completamente automatici.
Gli esercizi posturali quindi non sarebbero rivolti soltanto a coloro che accusano problematiche muscolo-scheletriche legate ad atteggiamenti posturali scorretti, bensì a tutti coloro che desiderano apprendere come muoversi in modo corretto.