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PANDEMIA: COSA SIGNIFICA? COME SI PASSA DA EPIDEMIA A PANDEMIA?
Cos’è
La pandemia è una malattia infettiva epidemica che si diffonde rapidamente in più aree geografiche del Mondo, così da coinvolgere un elevatissimo numero di persone.
Per semplificare, è possibile considerare la pandemia come una forma particolare di epidemia che, entro breve tempo, a causa del suo grado di contagiosità, travalica i confini di una nazione finendo con il manifestarsi nei diversi continenti.
Nel corso dei secoli, si sono verificate diverse pandemie, tra cui ricordiamo le più note peste, colera e febbre spagnola. Al di là degli esempi storici, la pandemia "moderna" più evidente è rappresentata dall'influenza, la quale si presenta con periodicità circa annuale, in aree distribuite su più continenti, quasi contemporaneamente.
La dichiarazione di pandemia rende implicita l'applicazione di adeguate misure per contenerne la diffusione, in costante aggiornamento rispetto alle linee guida dell'OMS.
Cosa significa Pandemia?
Secondo la definizione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), una pandemia è la diffusione in tutto il Mondo di una nuova malattia e, generalmente, indica il coinvolgimento di almeno due continenti, con una sostenuta trasmissione da uomo a uomo.
Etimologicamente, il termine pandemia deriva dal greco "pandemos", unione delle parole "pan" (tutti) e "demos" (popolazione), che può essere reso in "tutta la popolazione". Quando si usa in riferimento a malattie o condizioni patologiche contagiose, il concetto è che l'intera popolazione mondiale sarà probabilmente esposta all'agente eziologico e una parte di loro svilupperà potenzialmente la malattia quale conseguenza dell'infezione.
Quando viene dichiarata una Pandemia?
Requisiti per stabilire una Pandemia in corso
Il termine pandemia si applica solo a malattie o condizioni patologiche contagiose, cioè scatenate da un agente patogeno (nota: il cancro non è una pandemia, nonostante sia ampiamente diffuso in tutto il Mondo).
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, le condizioni necessarie affinché si possa verificare una pandemia propriamente detta sono tre:
Comparsa di un nuovo agente infettante: questa situazione presuppone la mancanza di un'immunizzazione preesistenti dell'uomo verso un patogeno altamente virulento;
Capacità di tale microrganismo di colpire l'essere umano: a seconda della suscettibilità e della circolazione del microrganismo, il patogeno può infettare e trasmettersi da persona a persona, provocando malattia;
Capacità di tale agente di diffondersi rapidamente per contagio: cruciale per determinare una pandemia è la rapidità con cui il patogeno è in grado di diffondersi; se riesce a diffondersi più o meno contemporaneamente in vasti territori è probabile venga a stabilirsi una situazione pandemica.
La gravità di una malattia è un parametro piuttosto discusso, in quanto non è decisivo per dichiarare una pandemia: anche patogeni che correlano ad una bassa capacità di provocare severe conseguenze per l'ospite possono essere inclusi nella definizione di pandemia.
Incidenza di una malattia: numero di NUOVI casi di malattia all'interno di una popolazione durante un determinato arco di tempo (settimane/mese/anno); si distingue dalla prevalenza, che indica invece il numero di persone all'interno di una popolazione che soffrono di quella malattia in un particolare momento od arco temporale.
Infezione sporadica: la malattia infettiva colpisce una parte trascurabile della popolazione in maniera isolata e discontinua, senza rapporti con altri casi.
Che differenza c'è tra Epidemia e Pandemia?
Epidemia: è la manifestazione frequente e localizzata - ma limitata nel tempo - di una malattia infettiva, con una trasmissione diffusa del virus. L'epidemia si verifica quando un soggetto ammalato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo.
In altre parole, la malattia si diffonde rapidamente in una popolazione circoscritta, colpendo una percentuale di persone più alta rispetto all'incidenza media della malattia nella popolazione considerata; di conseguenza, l'epidemia non è necessariamente riferita ad un ampio numero di persone (come può essere la diffusione di una parotite in una scuola); ad esempio, il verificarsi anche di un singolo caso di vaiolo rappresenterebbe di per sé un'epidemia dato che il virus è stato eradicato a livello mondiale.
PANDEMIA: quando un'epidemia si diffonde rapidamente attraverso vastissimi territori e continenti, colpendo un vasto numero di individui in diversi Paesi del mondo, si parla più correttamente di pandemia; nota bene: il termine pandemia si applica solo a malattie o condizioni patologiche contagiose, di conseguenza, molte delle patologie che colpiscono aree molto grandi o l'intero pianeta (per esempio il cancro) non sono da considerarsi pandemiche.
Endemia: persistenza continua di una malattia in una particolare popolazione o località (per esempio la dengue è endemica nelle fasce tropicali e subtropicali del Pianeta); è soggetta a recrudescenze periodiche, ma il numero di casi, più o meno elevato, rimane tendenzialmente costante. Ne esistono due tipi:
Endemie discrasiche come il gozzo, la pellagra o il beri-beri, che derivano da particolari forme di alimentazione delle popolazioni;
Endemie infettive - come la peste e il colera in India, la febbre gialla in America, la malattia del sonno in Africa, la malaria nelle regioni paludose ecc. - che sono in rapporto con condizioni ambientali favorevoli alla conservazione e alla diffusione dei germi responsabili di queste malattie.
Casi di Pandemia nella Storia
Come anticipato, una pandemia non è necessariamente correlata alla gravità o alla mortalità della malattia infettiva. Tuttavia, in passato, alcune pandemie hanno comportato numeri elevatissimi di malati, ricoveri e decessi, con gravi implicazioni sanitarie, sociali ed economiche. Vediamo alcuni esempi.
XIV secolo, Peste Bubbonica (o peste nera)
La Morte Nera è probabilmente la pandemia più nota: la peste devastò l'Europa nel XIV secolo uccidendo oltre un terzo della popolazione totale del continente.
1918-19, Influenza Spagnola [A (H1N1)]
Così chiamata perché pare si sia sviluppata a partire da un decesso avvenuto nella casa reale spagnola - causò il più elevato numero di decessi per influenza, anche se i dati sono molto incerti e variano da 20 fino a 75-100 milioni di persone in tutto il mondo. Molti decessi avvennero nell'arco di pochi giorni dall'infezione, altri per complicanze successive. Circa la metà dei casi si riscontrò tra giovani e adulti in buona salute.
I virus dell'influenza A di sottotipo H1N1, dopo un periodo di assenza di circolazione nell'uomo (dal 1958 al 1977), sono ricomparsi e continuano a diffondersi nella popolazione umana. L'ultima pandemia influenzale da H1N1 è quella del 2009.
1957-58, Influenza Asiatica [A (H2N2)]
Causò settantamila morti negli Stati Uniti. Il virus, identificato per la prima volta in Cina nel febbraio del 1957, si diffuse a giugno dello stesso anno in America e nel resto del mondo.
1968-69, Influenza di Hong Kong [A (H3N2)]
Responsabile di circa 34.000 decessi negli Stati Uniti, il virus venne identificato per la prima volta a Hong Kong agli inizi del 1968 e si è diffuso più tardi in America. Anche il virus H3N2 è ancora in circolazione.
Altri esempi di Pandemie
Le pandemie fanno parte della storia umana da secoli, come quelle di tifo, colera, vaiolo e tubercolosi.
Altre emergenze di sanità pubblica di interesse internazionale più recenti e meritevoli di una menzione sono: SARS (2002-2004), Ebola (2013–16) e infezione da virus Zika (2015-16).
Pandemie attuali
Le attuali pandemie sono:
HIV/AIDS (dal 1981);
COVID-19 (dal 2019).
Pandemia di COVID-19
L'11 marzo 2020 l'OMS ha dichiarato la pandemia dal nuovo Coronavirus (SARS-Cov-2), agente eziologico della sindrome respiratoria COVID-19, originatasi dal focolaio di Wuhan (Cina) e diffusasi rapidamente in tutto il resto del Mondo.
Preoccupazioni per le future Pandemie
I timori delle autorità sanitarie sono rivolti soprattutto all'influenza, data la puntuale comparsa di nuove pandemie ad intervalli di 20-40 anni, correlate al continuo rimescolamento antigenico di virus influenzali animali (suini, aviari) ed umani; da questa continua ricombinazione genetica possono così originare nuovi ceppi fortemente aggressivi per l'uomo, in grado di diffondersi da persona a persona, trovando terreno fertile in un sistema immunitario che - non avendo mai incontrato il virus - risulta scarsamente attivo nei suoi confronti.
Un altro pericolo concreto di pandemia potrebbe derivare dalla diffusione di ceppi batterici multi-resistenti agli antibiotici, con recrudescenza di malattie attualmente sotto controllo come la tubercolosi.
Misure per contenere una Pandemia
La pandemia costituisce un'emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale e, quando viene dichiarata, ogni Paese s'impegna a mettere a punto un Piano Pandemico volto a contenere la diffusione dell'agente patogeno considerato una minaccia e controllarne gli effetti sulla popolazione. Questo provvedimento viene poi aggiornato costantemente sulla base delle linee guida dell'OMS.
Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o in modo improprio: gli esperti riconoscono che dichiarare questo stato può causare paura irragionevole nella popolazione ed essere gravoso per l'economia globale per le ripercussioni sui mercati, le restrizioni drastiche per viaggi e commercio, oltre al rischio di stigmatizzare le persone provenienti dalle prime regioni colpite.
Al contempo, preparare i Paesi alla pandemia significa stimolare la popolazione ad adottare misure precauzionali prima dell'eventuale arrivo dell'agente patogeno e nei confronti di un evento straordinario che costituisce un rischio per la salute pubblica per altri Stati, attraverso la diffusione internazionale delle malattie.
Un piano pandemico è una strategia di risposta ad una pandemia che richiede il coinvolgimento non solo del settore sanitario, ma della società nella sua interezza, con il coinvolgimento diretto delle singole persone.
I piani pandemici possono prevedere per esempio:
Misure per riorganizzare i posti letto negli ospedali, comprese le strutture di terapia intensiva;
Percorsi per alleggerire il triage in pronto soccorso;
Disponibilità di farmaci e dispositivi di protezione individuale per il personale sanitarie;
Messa a punto e produzione su larga scala di un vaccino.
Un ruolo molto importante è affidato, inoltre, al coordinamento tra l'OMS e le altre organizzazioni sanitarie a livello internazionale. A livello nazionale, viene garantita, invece, la trasmissione di regolari informazioni relative alla malattia pandemica, incluse: modalità di trasmissione, sintomi di riconoscimento e possibili decorsi clinici, misure per la prevenzione e terapie disponibili.
Pandemia: come si può prevenire o limitare?
Sebbene la globalizzazione, con il suo elevato grado di mobilità di persone e merci su scala mondiale, possa facilitare le pandemie, rispetto al passato le autorità sanitarie sono sicuramente più preparate a fronteggiare l'eventuale dilagare di un'infezione (mediante, per esempio, scorta di farmaci antivirali, protocolli di sorveglianza veterinaria ed animale, isolamento e caratterizzazione del patogeno, test diagnostici rapidi, studio continuo di nuovi farmaci e vaccini ecc.).
Dal canto suo, il singolo cittadino può contribuire ad evitare la diffusione delle pandemie rispettando le norme igieniche di base e le regole comportamentali raccomandate di volta in volta dalle autorità sanitarie, ad esempio:
Adeguata conservazione degli alimenti e cottura preventiva prima dell'utilizzo;
Acquisto di alimenti garantiti per origine e provenienza;
Evitare contaminazioni incrociate con altri cibi durante la refrigerazione o la manipolazione degli alimenti (es. non usare per le verdure lo stesso tagliere o lo stesso coltello usati per tagliare la carne cruda);
Lavaggio accurato delle mani prima e dopo essersi recati al bagno, prima di ogni pasto e prima o dopo aver toccato alimenti crudi;
Lavaggio accurato degli utensili e delle superfici di cucina;
Vaccinazioni preventive quando ci si reca in paesi a rischio e adozione di misure igieniche aggiuntive in caso di condizioni igieniche scadenti (es. bere solo acqua da bottiglie sigillate, attenzione anche ai cubetti di ghiaccio e all'acqua utilizzata per lavarsi i denti, evitare il consumo di ortaggi crudi, proteggersi da zanzare ed altri parassiti...);
Adozione di tutti quei comportamenti utili a rinforzare le difese immunitarie dell'organismo;
Evitare rapporti sessuali a rischio ed utilizzare metodi contraccettivi barriera;
Per contenere lo sviluppo di farmacoresistenza, evitare l'autoterapia con antibiotici e portare a termine il trattamento secondo le indicazioni mediche; evitare dunque di sospendere la terapia alle prime avvisaglie di guarigione;
Anche in assenza di una pandemia influenzale in atto, la vaccinazione antinfluenzale preventiva è fortemente raccomandata per la parte più anziana della popolazione (persone di età superiore o uguale a 65 anni) e per gli individui di ogni età che, a causa di condizioni patologiche pregresse, potrebbero andare incontro a serie conseguenze per la loro salute qualora contraessero l'influenza.
Va comunque precisato che, contrariamente alle normali epidemie invernali, una pandemia influenzale coinvolgerebbe larghi strati di popolazione e potrebbe presentarsi anche negli individui giovani e perfettamente sani.