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MAL DI SCHIENA E PALESTRA
Circa l'80% della popolazione mondiale soffre o ha sofferto, almeno una volta nella vita, di mal di schiena. Con questo termine si identifica un complesso di sintomi a carico del tratto dorso-lombare della colonna, caratterizzato da dolore e limitazione funzionale.
Per noi operatori "fitness", diventa quindi fondamentale avere un corretto approccio nei confronti delle persone affette da tale problema.
Fino a qualche anno fa, si era soliti pensare che una persona colpita da mal di schiena avesse gli addominali, o addirittura i muscoli erettori del rachide, molto deboli.... e allora giù a fare centinaia di crunch e/o iperestensioni, nell'intento di dare un po' di sollievo e migliorare la salute della persona.
In realtà la questione è un po' più complessa, poiché :
i muscoli erettori del rachide difficilmente sono deboli, in quanto, durante la giornata, sono perennemente in contrazione; potete verificarlo provando a camminare e a mettere un dito ai lati dei processi spinosi a livello lombare, constaterete che ad ogni passo questi muscoli si contraggono....
Questo cosa vuol dire?
Che questi muscoli hanno bisogno di essere "allungati" e non "rafforzati".
Per gli addominali il discorso cambia....
Spesso, facendo gli esercizi di tonificazione per gli addominali, vi accorgete che in realtà state lavorando e affaticando anche la zona lombare; questo è assolutamente fisiologico, poiché addominali e lombari si sviluppano a partire dallo stesso foglietto embrionale. Per questo motivo quando si allena l'addome vi è, inevitabilmente, anche l'attivazione della parte lombare, cosa che non è proprio auspicabile per un lombalgico, poiché, come abbiamo detto, i suoi muscoli spinali sono troppo "corti" (retratti).
Mal di schienaQuindi l'approccio su un cliente affetto da mal di schiena dev'essere molto preciso; l'anamnesi iniziale diventa fondamentale per capire se il dolore è "puntiforme" (trigger point?), se si irradia verso la gamba "radicolare" (radice nervosa?), se è diffuso su una zona più ampia (viscerale?), se il dolore è sulla spinosa (rotazione?), o sulle trasverse (molti muscoli si inseriscono in questa zona vertebrale).
Terminata l'anamnesi, si passa ad una serie di test sulla colonna, sia in flessione che in estensione, per verificare il grado di elasticità ed eventuali blocchi articolari, sia in rotazione che in flessione laterale. Questi ultimi sono particolarmente utili per verificare, nel primo caso se vi è un'evidente discrepanza di mobilità di un lato rispetto all'altro, e nel secondo caso l'armonia della curva a livello lombare, dorsale e cervicale.
Ovviamente in questi casi avvalersi di figure mediche e paramediche diventa molto importante, poiché proprio i test servono a noi "Personal Trainer", per capire se il problema è di nostra competenza oppure no.
Facciamo un esempio: se dai test muscolari non risulta nessun problema e vediamo che, nonostante ciò, il nostro cliente lamenta mal di schiena, possiamo supporre un problema viscerale; in questo caso avvalersi di un gastroenterologo può essere di aiuto.
Se invece dai test emergono evidenti blocchi articolari, un Osteopata o un Chiropratico possono essere un ottimo ausilio al nostro lavoro.
Se invece verifichiamo evidenti retrazioni muscolari ecc. che il compito "nostro", sarà quello di riallungare i muscoli soggetti ad accorciamento.
Quando il mal di schiena è legato ad un problema a livello lombare, spesso e volentieri troviamo retratti i seguenti muscoli: ileo psoas, quadrato dei lombi, paravertebrali, e diaframma.
Quando il dolore coinvolge la zona lombo sacrale, quindi un po' più in basso, sono spesso retratti i seguenti muscoli: piriforme, otturatore interno ed esterno.
Comunque sia, spesso la causa principale è, in entrambi i casi, la scarsa mobilità del bacino, punto cardine delle forze ascendenti (dal basso verso l'alto) e discendenti (dall'alto verso il basso).
Ma nel bacino si inseriscono tanti altri muscoli importanti che indirettamente possono essere causa o concausa del mal di schiena (tensore fascia lata, sartorio, retto addominale, traverso etc..).
Quindi ci ritroviamo di nuovo a dover pensare, come è giusto che sia, al corpo inteso nella sua globalità.
Il dolore è un campanellino d'allarme importante che ci segnala che qualcosa non va, ma focalizzare l'attenzione solo ed esclusivamente sul punto dove vi è dolore è limitativo; occorre controllare tutti i muscoli che si inseriscono in quel punto, le catene muscolari che vi passano attraverso, quindi utilizzare anche le metodiche di allungamento globale per trovare la causa del problema.