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LA SCARPA GIUSTA PER OGNI CORSA

La scelta della scarpa da running richiede un'accurata conoscenza dei modelli e di tutte le categorie ad oggi in commercio. Sulla scelta incidono maggiormente:

1. Eventuali problemi di appoggio del piede; esistono in particolare:

• Soggetti Pronatori (Iperpronatori):con il tallone a terra l'arco mediale è vicino al suolo (le scarpe si consumano maggiormente nel lato interno)

• Soggetti Supinatori (Ipopronatori):con il tallone a terra l'arco mediale viene sollevato dal suolo (le scarpe si consumano maggiormente nel lato esterno)

2. Postura

3. Peso

4. Distanza percorsa

5. Velocità di percorrenza

6. Tipo di Utilizzo (gara o allenamento, pista o asfalto, sterrato...)

Per rispondere a tutte queste variabili, esistono diverse tipologie di scarpe da running, suddivise in macro-categorie per una più facile individuazione. 

Indipendentemente dalla marca,due scarpe appartenenti alla stessa categoriapresentano quindi caratteristiche simili, che le rendono adatte ad una particolare utenza.

Ovviamente, all'interno della stessa categoria esistono comunque differenze tra i vari modelli ed una scarpa può quindi risultare più o meno indicata in base a fattori individuali come la morfologia e l'appoggio del piede.

Vediamo nel dettaglio queste categorie di scarpe da running:

A0 = minimaliste

A1 = superleggere

A2 = intermedie

A3 = massimo ammortizzamento (neutre)

A4 = stabili

A5 = trial running (corsa in natura)

A0 = minimaliste

Adeguatezza all' uso: acquistando un paio di minimaliste è fondamentale scegliere "la scarpa che piace"! Ovvero: l'atleta non deve dimenticare che questa categoria di scarpe è concepita per esercitazioni rapide, leggere e molto veloci... ma soprattutto... che dal punto di vista osteo-muscolo-articolare, NON siamo tutti uguali! 

Per questo motivo la A0 deve essere innanzitutto GRADITA, quindi scelta sulla base delle sensazioni che può conferire al podista (da qui la dicitura scarpa che piace)

Adattamento morfologico: è l'arma vincente di questa categoria. La scarpa da running minimalista punta sul comfort della scarpa per riprodurre efficacemente la sensazione di "camminare a piedi nudi" o con il minimo supporto necessario.

Adeguatezza biomeccanica: si tratta di un parametro molto interessante; ricordiamo che le A0 si basano maggiormente sulla cinetica del piede e NON sulla sollecitazione indotta dalla corsa di fondo.

A1 = superleggere

Adeguatezza all'uso: per utilizzare queste scarpe è necessario: essere "leggeri sul piede", correre a ritmi veloci e su superfici regolari, avere strutture steoarticolari impeccabili e, possibilmente, vantare una "giovane età"! Ricordiamo che l'anzianità anagrafica (e in 

questo caso anche quella di allenamento) non permette di compensare sufficientemente le frequenti anomalie legate alla corsa.

Adattamento morfologico: sono calzature leggere ed essenziali; è bene cercare modelli che calzino "a pennello" e soprattutto che non creino alcun disagio. Per far ciò è necessario cercare e trovare il modello che possiede un corretto volume interno (soggettivo).

Adeguatezza biomeccanica: non è consentito commettere errori nella scelta. La A1 è talmente semplice che risulta indispensabile cercarla con le caratteristiche di appoggio specifiche della propria tecnica di corsa.

A2 = Intermedie

Adeguatezza all'uso: le intermedie sono una categoria un po' "ambigua"; valutando il peso, l'impostazione e la tecnologia di progettazione, la A2 potrebbe rappresentare una potenziale scarpa "da gara" o addirittura, per i più fortunati (e allenati), anche una calzatura adatta al fondo.

Adattamento morfologico: la varietà di scelta è ampia e le relative proposte uomo/donna consentono a tutti di trovare il modello ideale; anche in questo caso, oltre alla misura, è fondamentale valutare l'intero volume del piede.

Adeguatezza biomeccanica: per le intermedie sono già presenti tecnologie tali da poter compensare i grossi difetti di appoggio: di punta o di tallone, e in pronazione o in supinazione.

A3 = Massimo ammortizzo

Adeguatezza all' uso: i modelli di massimo ammortizzo vanno bene a tutti e rappresentano una categoria di calzature tra le più indossate nel pubblico giovanile (anche se non sempre allacciate come si deve!) nella vita quotidiana. Scegliere una A3 non determina difficoltà per la carenza di prodotti sul mercato, al contrario! 

Per scegliere correttamente è necessario "ragionare con obiettività" circa le proprie performance e le proprie caratteristiche, sia di gara che di allenamento.

Adattamento morfologico: anche da questo punto di vista, la varietà di mercato non dovrebbe rendere la scelta troppo difficile... l'importante è ricordare di prediligere, in ultima analisi, il comfort del piede. Stringatura, pianta, collo e arco plantare dovrebbero essere valutate con maggior cura rispetto al desing ed al colore.

Adeguatezza biomeccanica: le A3 non sono utili alla risoluzione dei problemi di appoggio e sono destinate a soggetti dalla corsa regolare che necessitano un grande potere ammortizzante.

A4 = Stabili

Adeguatezza all' uso: le A4 sono modelli confortevoli ma da evitare se non per necessità; utilizzare scarpe stabili in assenza di problemi specifici può creare problemi ai soggetti dalla caviglia normodotata.

Adattamento morfologico: valgono le stesse considerazioni fatte per la categoria A3 con la quale condividono doti di ammortizzo, comfort e peso complessivo.

Adeguatezza biomeccanica: è la caratteristica che le rende speciali. I modelli A4 vanno scelti sulla base di specifiche necessità e non di "semplici sensazioni"; è il caso di particolari forme di appoggio plantare che nulla hanno a che vedere con la semplice usura del battistrada.

Concludendo... e per fare un esempio...

Indipendentemente dal ritmo, nell' allenamento di fondo, un atleta di peso tra i 50 kg e 75 kg con appoggio neutro dovrà scegliere un massimo ammortizzo A3, mentre in gara (eventualmente) si potrà orientare verso delle intermedie o superleggere. 

Oltre i 75 kg, specie se con velocità di gara piuttosto blande, si presume che il peso sul piede (che correndo si moltiplica x3) determini un appoggio quasi totale della pianta sulla superficie di appoggio; in tal caso, sarebbe auspicabile utilizzare una scarpa stabile A4.

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