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LA KINESIOTAPING
E' UNA TECNICA INNOVATIVA, BASATA SUL POSIZIONAMENTO DI NASTRI ADESIVI ELASTICI PRIVI DI FARMACO IN ALCUNE PARTI DEL CORPO, CON PROVATI EFFETTI TERAPEUTICI
Sarà sicuramente capitato di vedere atleti con dei nastri adesivi colorati attaccati al corpo.
Non si tratta ovviamente di ornamenti sportivi ma di una tecnica chiamata Kinesiotaping, utilizzata per alleviare in maniera naturale i dolori muscolari.
Corridori, ciclisti, calciatori, ne fanno largo uso non solo per ridurre il dolore, accelerare il processo di guarigione dei tessuti, correggere le funzioni muscolari e l'allineamento delle articolazioni, ma anche per esaltare le potenzialità muscolari e migliorare le performance sportiva.
Cerotto magico, dunque, o approccio riabilitativo innovativo?
Cerchiamo di capire se funziona realmente e soprattutto come agisce sul corpo.
Taping Neuromuscolare, Kinesiotaping o Taping kinesiologico, sono nomi diversi per identificare questo nastro adesivo elastico in cotone.
Non ci sono differenze tra i diversi colori in cui viene prodotto, ed è bene sottolineare che l'effetto terapeutico è dato dalle specifiche modalità di applicazione, perché il tape è privo di farmaco.
Questa tecnica innovativa stimola i naturali processi di autoguarigione del corpo.
Ha il vantaggio di non bloccare il movimento ma di correggerlo e guidarlo funzionalmente e inoltre, consente di mantenere l'effetto terapeutico tra una seduta e la successiva.
Grazie alla stimolazione propriocettiva trasmessa al muscolo, possiamo limitare o stimolare un movimento, creare spazio nei tessuti favorendo il metabolismo cellulare e la riduzione degli edemi nel post-trauma.
In più, alleviare il dolore riducendo la pressione sui tessuti recettoriali irritati.
Sintetizzando possiamo quindi affermare che il taping può avere quattro tipi di effetti:
-Inibente a livello muscolare;
-Facilitante a livello muscolare;
-Drenante (miglioramento della circolazione del sangue e di quella linfatica);
-Analgesico.
La caratteristica fondamentale di questo “cerotto” è quella di avere, in lunghezza, una elasticità simile alla pelle (140%), inoltre, è ipoallergenico, traspirante e resistente all'acqua.
Il nastro deve essere applicato da professionisti del settore, non solo perché è importante conoscere l'anatomia muscolare, ma anche per le diverse modalità di applicazione e i diversi effetti che si ottengono nei vari gradi di tensione.
Si può utilizzare ad integrazione delle diverse metodiche di fisioterapia.
La paternità di questa tecnica è da attribuire al Dr. Kenzo Kase, un chiropratico e agopuntore giapponese che oltre 35 anni fa, ha cercato un'alternativa alle tecniche di bendaggio utilizzate, che potesse supportare i muscoli e le articolazioni senza ostacolarne il movimento.
E fu in Corea, durante le olimpiadi di Seul del 1988, che il taping fece il suo debutto internazionale con la nazionale Giapponese di Pallavolo.
Per quanto questa tecnica sia naturale al 100%, il Kinesiotaping è controindicato in caso di tumori, trombosi, ulcerazioni cutanee e di infezioni particolari.
CONSIGLI UTILI
Kinesiotaping e tendinopatia achillea
La tendinopatia achillea è una infiammazione comune nei corridori, che coinvolge la guaina del tendine d' Achille.
Diversi i nomi con cui viene diagnosticata: tendinite achillea, sindrome del tendine d'Achille, infiammazione achillea cronica.
Le cause sono diverse ma quella più incriminata è il “sovraccarico funzionale”, un incremento dell'intensità o della durata del lavoro mal pianificato che non permette al tendine di adattarsi.
Il dolore si presenta maggiormente in tutte le attività di carico, come scendere le scale, saltare o correre.
Molto spesso questa affezione è figlia di un' intrarotazione del femore e di una rigidità dei muscoli posteriori della gamba, tra i quali il maggior indiziato è “il tricipite surale” comunemente noto come polpaccio, che limita il movimento della caviglia.
Il Kinesiotaping può migliorare l'appoggio ed evitare la cronicizzazione del problema.