Altro
IPERIDROSI
In base alle cause scatenanti si opera una distinzione fra iperidrosi primaria (anche iperidrosi essenziale o iperidrosi idiopatica) e iperidrosi secondaria.
L’iperidrosi è un disturbo legato a un eccessivo lavoro del sistema nervoso vegetativo; questo problema, il cui impatto sociale può essere notevole, interessa circa l’1-2% della popolazione.
La secrezione di sudore può essere dovuta all’azione termoregolatrice dell’organismo o a emozioni più o meno intense (ansia, paura, sentimenti ecc.). Nel primo caso la sudorazione si manifesta soprattutto sulla fronte, sul labbro superiore, sul collo e sul torace; nel secondo sui palmi delle mani, sulle piante dei piedi e sulle ascelle.
Come accennato in apertura di articolo, la più importante distinzione che viene operata trattando di questa patologia fa riferimento alle cause che ne sono all’origine; quando l’eziologia dell’iperidrosi è sconosciuta si parla di iperidrosi primaria, mentre nel caso in cui il problema sia secondario a patologie o condizioni note (caso peraltro meno frequente) si parla di iperidrosi secondaria.
Un’altra importante classificazione dell’iperidrosi fa riferimento alla localizzazione; facendo riferimento a questo criterio si parla di iperidrosi palmare, iperidrosi plantare, iperidrosi ascellare, iperidrosi facciale, iperidrosi del tronco e iperidrosi diffusa. L’iperidrosi circoscritta a una regione ben precisa viene anche detta efidrosi.
Iperidrosi primaria
iperidrosiL’iperidrosi primaria è un disturbo la cui frequenza è decisamente superiore a quella dell’iperidrosi secondaria. Solitamente inizia a manifestarsi nell’età infantile o in quella adolescenziale e dura per tutta la vita. L’ansia e lo stress possono aggravare la condizione oppure scatenare un attacco.
Contrariamente alla credenza comune l’iperidrosi non è una malattia di origine psichiatrica. Anche se spesso il paziente viene definito un emotivo, è l’iperidrosi che genera ansia e insicurezza, non il contrario.
Le principali manifestazioni dell’iperidrosi essenziale sono localizzate alle mani (iperidrosi palmare), alle ascelle (iperidrosi ascellare) o alle piante dei piedi (iperidrosi plantare).
L’iperidrosi palmare è da molti considerata la più fastidiosa fra tutte le tipologie di iperidrosi; il motivo è facilmente spiegato con il fatto che le mani sono una delle parti più coinvolte nelle attività quotidiane, siano esse relative alla vita domestica che a quella professionale. È facilmente intuibile l’imbarazzo che molti di coloro che soffrono di questo disturbo provano quando devono stringere la mano a qualcuno; nei casi di iperidrosi palmare grave, infatti, le mani arrivano addirittura a gocciolare, perdipiù sono spesso molto fredde (in molti casi l’iperattività dei nervi deputati alla regolazione della sudorazione può generare disturbi anche a carico della microcircolazione, si ha una contrazione dei vasi sanguigni e la temperatura delle mani si riduce) e ciò può essere causa di ulteriore disagio. Molte persone con iperidrosi palmare grave provano un imbarazzo tale che cercano di limitare al minimo indispensabile i contatti sociali.
Decisamente fastidiosa è anche l’iperidrosi ascellare, probabilmente la forma di iperidrosi essenziale più diffusa. Questa condizione crea un certo disagio sia perché sugli abiti sono spesso presenti chiazze bagnate anche durante le stagioni in cui la temperatura è più rigida sia perché a volte la situazione degenera al punto che si formano piuttosto velocemente cattivi odori (bromidrosi) causati dalla fermentazione batterica cutanea. Tra l’altro, le chiazze sugli indumenti, asciugando, lasciano aloni bianchi a causa dei sali contenuti nel sudore e ciò è motivo di ulteriore imbarazzo. Un altro problema di non poco conto è legato al fatto che l’umidità cutanea persistente può favorire il manifestarsi di micosi.
Anche l’iperidrosi plantare può essere causa di notevoli disagi sia a livello fisico (aumenta il rischio di macerazione cutanea e quello di insorgenza di micosi) sia a livello relazionale (l’iperidrosi plantare è spesso associata a bromidrosi).
Le localizzazioni del disturbo a tronco e cosce è poco frequente. È invece piuttosto comune una combinazione delle diverse tipologie di iperidrosi, per esempio quella palmare e quella plantare (iperidrosi palmo-plantare).
La patologia può essere continua o scatenarsi con attacchi, le cui cause, come detto, non sono chiare (temperatura ambientale, stress emotivi ecc.). Nei mesi più caldi la condizione di iperidrosi ha la tendenza a esacerbarsi.
Le cure dell’iperidrosi sono diverse e generalmente orientate al livello di gravità del problema. Di solito si inizia con gli antitraspiranti; la sostanza che ha mostrato la maggiore efficacia è il cloruro d’alluminio (in concentrazioni che variano dal 15 al 25%); questa sostanza è la componente di base di quei prodotti che vengono indicati per il trattamento di casi di iperidrosi di media lieve gravità.
Il cloruro di alluminio si lega alla cheratina e provoca ostruzione dei pori sudoripari; un trattamento di questo tipo richiede periodicità e una certa continuità. Il trattamento consta di due applicazioni settimanali serali; affinché il prodotto sia efficace deve rimanere in sede per un periodo di tempo minimo di circa 6 ore; il cloruro di alluminio deve essere applicato quando la cute è perfettamente asciutta, in caso contrario si rischiano fastidiose irritazioni cutanee. Altre sostanze utilizzate per l’iperidrosi sono la glutaraldeide e la tannina; il loro impiego però è molto raro a causa degli effetti secondari (colorazione brunastra di cute e indumenti).
Alcuni terapeuti usano la ionoforesi con lo scopo di otturare (temporaneamente) i condotti delle ghiandole sudoripare, ma la necessaria frequenza del trattamento e i risultati spesso soggettivi la consigliano soprattutto per i casi più lievi. A livello farmacologico non esiste nulla di specifico; la somministrazione di psicofarmaci o di anticolinergici è sconsigliabile a causa degli effetti collaterali; scarsa è anche l’indicazione della psicoterapia, perché, come detto, raramente si tratta di un problema psicologico.
Risultati interessanti si ottengono con la tossina botulinica che, inibendo l’acetilcolina, blocca il meccanismo della sudorazione. L’effetto dura diversi mesi (fino a otto). La tecnica consiste in molte iniezioni sottocutanee da ripetersi periodicamente. In genere la percentuale di successo è del 90%. Non ci sono effetti collaterali, ma l’alto costo della terapia, la difficoltà operativa (una cattiva anestesia rende il trattamento molto doloroso) e una transitoria ipoastenia della mano (i movimenti più fini sono limitati) la fa preferire alla terapia chirurgica solo per l’iperidrosi ascellare.
La terapia chirurgica consiste banalmente nell’asportazione delle ghiandole sudoripare.(per esempio nell’iperidrosi ascellare) o nell’interruzione definitiva dei nervi e dei gangli che portano i segnali alle ghiandole sudoripare (simpatectomia classica o neurocompressione con clip di titanio). Gli interventi sul nervo simpatico hanno raggiunto un notevole grado di specializzazione, arrivando a tecniche endoscopiche con risultati eccellenti in iperidrosi palmare, facciale e ascellare, buoni per quella palmare/plantare (migliora anche la sudorazione ai piedi dopo un intervento con obiettivo palmare).
L’iperidrosi plantare isolata può essere invece trattata soltanto con un intervento addominale a cielo aperto (simpatectomia lombare), mentre quella del tronco/cosce o generalizzata non può essere trattata chirurgicamente.
Iperidrosi secondaria
Quando l’iperidrosi è un sintomo legato a determinate condizioni o patologie si parla di iperidrosi secondaria. Sono diversi le cause di questa tipologia di iperidrosi; fra le più frequenti si ricordano l’ipertiroidismo e altre patologie a carico del sistema endocrino, la terapia ormonale per la cura di cancro alla prostata o altre neoplasie, patologie psichiatriche, obesità e menopausa.
Nei casi di iperidrosi secondaria il problema deve essere affrontando risolvendo il problema sottostante; nel caso di ipertiroidismo e altre patologie endocrine il problema si risolve solitamente non appena si intraprendono i trattamenti specifici per queste malattie; nei casi di iperidrosi legati alle terapie ormonali, si è osservato che il problema viene spesso ridimensionato con l’assunzione di antiestrogeni; se il problema è legato alla menopausa, la terapia ormonale spesso risolve il problema; quando invece l’iperidrosi è conseguente a una condizione di obesità, l’unico rimedio è una riduzione del proprio peso corporeo.