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CALCOLO DEL BMI:COME INTERPETRARE I RISULTATI
Il calcolo BMI è un conteggio che viene effettuato per poter arrivare alla definizione di un indicatore molto utile per diverse valutazioni. Ma come si effettua il calcolo del BMI? E quali sono le principali informazioni che è possibile trarre da esso? Cerchiamo di scoprire questi dettagli (e non solo!) attraverso una buona guida definitiva al conteggio di questo indicatore, e a tutti i suoi risvolti principali.
CHE COSA È IL BMI
Cominciamo con il comprendere che cosa il BMI, chiarendo che si tratta di un acronimo di un termine inglese, il Body Mass Index, ovvero l’Indice di Massa Corporea. Già da questa breve introduzione dovrebbe essere ben chiaro quale sarà l’obiettivo del nostro calcolo, no?
IN COSA CONSISTE IL CALCOLO DEL BMI
Il calcolo del BMI è abbastanza semplice, visto e considerato che è rappresentato dalla divisione del peso di un soggetto, espresso in kg, per il quadrato della sua statura, espressa in metri. Facciamo un esempio per poter chiarire che cosa intendiamo, ipotizziamo di essere alti 185 cm, e pesare 75 kg. In questo caso, il calcolo dovrebbe essere effettuato dividendo 75 (cioè i kg) per il quadrato di 1,85. Il risultato sarà 21,91 (kg per metro quadro).
COME INTERPRETARE I RISULTATI DEL CALCOLO DEL BMI
Se quanto abbiamo appena affermato vi è chiaro, dovrebbe esserlo anche il conteggio del vostro BMI. E una volta che abbiamo calcolato l’indice di massa corporea, che dobbiamo farne? La risposta è abbastanza semplice, ancora una volta: sarà sufficiente confrontarlo con le quattro classi principali di peso: normopeso, sottopeso, sovrappeso, obeso, a loro volta declinabili in ulteriori livelli di dettaglio.
Proviamo a usare questa tabella sulla base del valore del BMI:
< 16.5: sottopeso di grado severo
16.5 < BMI < 18.4: sottopeso
18.5 < BMI < 24.9: normopeso
25 < BMI < 30: sovrappeso
30.1 < BMI < 34.9: obesità di primo grado
35 < BMI < 40: obesità di secondo grado > 40: obesità di terzo grado.
Idealmente, pertanto, il vostro valore di BMI dovrebbe aggirarsi intorni ai 22.5 per quanto concerne i soggetti maschili e intorno a 21 per quanto riguarda i soggetti femminili. Non si tratta comunque di un indicatore così rigido: ne deriva che è sufficiente prendere in considerazione la possibilità di stare all’interno di un intervallo di normalità più ampio (20-25) per potersi ritenere compatibili con una situazione di ordinarietà.
Ricordate infatti che il calcolo del BMI non tiene conto della maggiore massa muscolare dell’uomo e del giovane rispetto alla donna e rispetto all’anziano, e non tiene nemmeno in considerazione delle differenze che riguardano la massa ossea: meglio pertanto usare queste classi come riferimento, senza dover necessariamente rincorrere la “perfezione” dei valori.
PERCHÈ È UTILE CALCOLARE IL BMI
Oltre che per poter comprendere quale sia la propria posizione rispetto alle condizioni di normopeso o meno, è opportuno ricordare che diversi studi statistici hanno dimostrato che il valore di BMI è associato a una minore morbilità e mortalità per tutte le patologie per cui il sovrappeso è un fattore di rischio, se è compreso tra 20 e 25. Pertanto, mantenere un valore di BMI all’interno del range di normalità vi permetterà di contrastare il rischio di contrarre alcune malattie che sono influenzate dal sovrappeso, come ad esempio le patologie cardiovascolari, il diabete, l’ipertensione, e così via.
LIMITI E SVANTAGGI DEL BMI
Come abbiamo già avuto modo di ricordare, il BMI non è un indicatore “perfetto”. Sebbene sia molto semplice e utile da calcolare, infatti, deve essere adattato con cautela ai soggetti cui si riferisce, tenendo in considerazione quelli che sono i principali limiti. Alcuni soggetti potrebbero inoltre non trarre alcun beneficio da un conteggio approssimativo dell’indice di massa corporea. Tra di essi, si pensi agli atleti: il BMI non tiene infatti conto del tipo di costituzione fisica e delle masse muscolari del soggetto, mal adattandosi a fornire un’informazione specifica a seconda che il soggetto sia di corporatura longilinea, media, robusta, ecc.
Ne deriva che avere un BMI che è compreso tra 20 e 25 è certamente una condizione necessaria per potersi definire normopeso, ma non di certo sufficiente. Di contro, avere un BMI superiore a 25 è una condizione non sufficiente per potersi definire sovrappeso, ma comunque necessaria.
BMI NEI BAMBINI E NEI RAGAZZI
Un cenno specifico deve inoltre essere attribuito al BMI nei bambini e nei ragazzi, tenendo sempre in debita valutazione che l’indice di massa corporea è contraddistinto per una notevole variabilità, legata principalmente al sesso e all’età. È dunque opportuno assumere come riferimento – piuttosto che un valore assoluto come si fa normalmente con gli adulti, e come abbiamo avuto modo di approfondire nel corso dei paragrafi precedenti – le tabelle dei percentili.
Dunque, per poter orientare il caso specifico all’interno delle tabelle di normalità (o meno) per bambini e per ragazzi, bisognerà costruire un grafico ottenuto dividendo il range dei dati raccolti in 100 parti, chiamati appunto percentili. La divisione sarà operata in maniera tale che una data proporzione dei bambini oggetto del campione si trovi sopra e sotto misure particolari, in età ben determinate.
Sulla base di questa costruzione statistica, il 50mo percentile rappresenterà il valore medio del BMI, mentre un’altra curva che corrisponde ad esempio al 30mo percentile, ci può informare che una certa percentuale di bambini presenta valori inferiori (il 30 per cento, nell’ipotesi realizzata) e un’altrettanta determinata parte (il 70 per cento) presenta invece valori superiori.
Complessivamente, in ambito internazionale, è lecito definire normopeso il bambino che rientra tra il 5o e l’85mo percentile, sottopeso se è inferiore al 5o percentile, a rischio di sovrappeso se è compreso tra l’85mo e il 95mo percentile, sovrappeso se è superiore al 95mo percentile.
PESO IDEALE
Il concetto di BMI non deve poi essere confuso con quello, non certo meno importante, di peso ideale. Il peso ideale corrisponde infatti al peso corporeo raggiunto alla fine di uno sviluppo armonico. Alcuni ricercatori definiscono il peso ideale al quale statisticamente una persona ha le minori probabilità di ammalarsi.
Non sempre è tuttavia facile conteggiare con puntualità il peso ideale, considerato che dipende da una lunga serie di fattori come la statura, la costituzione, l’età, il sesso, lo stato di salute. Sia sufficiente ricordare, con riferimento all’età, che il peso ideale dovrebbe gradualmente ridursi dopo i 40 anni a causa della riduzione delle masse ossee e muscolari, e che – per quanto attiene la sesso – il corpo femminile è mediamente più ricco di tessuto adiposo e più povero di massa muscolare.
Per quanto invece riguarda la circonferenza corporea, la stessa può essere calcolata andando a misurare la statura e dividendola per la circonferenza del polso destro alla base della mano. Negli uomini, se il risultato è più di 10,4 la costituzione sarà longilinea, se è tra 9,6 e 10,4 sarà normolinea, se è meno di 9,6 sarà brevilinea. Nelle donne, se il risultato è più di 10,9 la costituzione sarà longilinea, se è compresa tra 9,9 e 10,9 sarà normolinea, se è meno di 9,9 sarà brevilinea.
Attenzione, tuttavia, a non trarre delle conseguenze troppo rapide. Se infatti il peso corporeo è superiore agli standard non è affatto detto che si ricada necessariamente in una situazione di obesità: sia sufficiente ricordare, in tal proposito, quel che accade con atleti agonisti che sono impegnati ad attività con grosso sviluppo muscolare.
Proprio per i motivi di cui sopra, anche il calcolo del peso ideale non è certo un parametro facilmente conteggiabile con il semplice ausilio di un metro e di una bilancia. Per poter ottenere una stima completa e personalizzata, bisognerà dunque affidarsi a tecniche più complesse come la biompedenza o la plicometria.