ALIMENTAZIONE
LATTE E SALUTE: AMICO O NEMICO? FA BENE O NON BISOGNA BERLO?
Come vedremo, seppur potenzialmente utile, non può essere considerato prodotto "essenziale" all'equilibrio nutrizionale, ma nemmeno una bevanda nociva per la salute di chi lo tollera.
Ormai da parecchi anni, il latte si trova al centro di numerose polemiche, alcune delle quali più o meno fondate, mentre altre totalmente frutto della fantasia.
È quindi normale che i consumatori si domandino ancora se il latte faccia bene o male, se esiste una porzione massima consigliata, in quali circostanze evitarlo ecc.
In questo articolo cercheremo di sintetizzare più possibile i concetti fondamentali a chiarire questi dubbi, nella speranza di contribuire alla corretta informazione ed aiutando gli utenti a decidere se inserire o meno il latte nella propria dieta.
Cos’è il latte? Quali sono le sue proprietà?
Il latte è un alimento altamente specifico per il neonato, ma non per l'adulto
Il latte è un alimento-bevanda di origine animale. Sul piano ideologico quindi, non è consumato da chi segue un regime vegano, mentre viene ammesso dai latto-vegetariani.
Si tratta della secrezione della ghiandola mammellare – quindi, esclusivamente prodotta dai mammiferi – destinata alla nutrizione della prole, nel periodo compreso tra la nascita e il momento del completo divezzamento.
Com'è logico dedurre, il latte ha una composizione chimica abbastanza specifica tra le varie specie, evolutasi per soddisfare gli specifici fabbisogni nutrizionali.
Basti pensare alla differenza che può esserci tra i fabbisogni di un cetaceo che vive nelle fredde acque del circolo polare artico, e quelli di un facocero che popola la savana africana.
La composizione chimica del latte cambia anche in base al periodo di allattamento. Il primissimo latte o colostro è molto più concentrato e nutriente rispetto al latte secreto durante lo svezzamento.
Proponendo un latte diverso a un neonato, lo si sottopone a un elevato rischio per la salute. Un bambino, ad esempio, non deve assolutamente bere latte vaccino (o di altro animale) nelle prime settimane di vita. Il rischio maggiore (ma non l'unico) è di un carico proteico eccessivo e conseguente danno renale.
A svezzamento completato questo problema non esiste più, anche se viene comunque consigliato di continuare (eventualmente) con i latti di proseguimento.
Proprietà nutrizionali del latte
In questo paragrafo prederemo in oggetto i latti commerciali, tipicamente quelli di origine vaccina.
Il latte ha una densità calorica bassa, in virtù dell'elevatissima percentuale d'acqua – con modeste ma non trascurabili differenze in base al livello di scrematura.
Il latte intero è più ricco di lipidi – buona parte dei quali saturi – mentre quello scremato ne contiene pochissimi; il parzialmente scremato costituisce un compromesso tra i due. Il colesterolo, seppur presente, non costituisce un limite nemmeno a porzioni elevate.
Le proteine, ad alto valore biologico – ovvero che soddisfano pienamente i fabbisogni di amminoacidi essenziali dell'uomo – sono presenti ma non troppo abbondanti; più precisamente, sono concentrate in misura di circa 1/8 rispetto alla carne di pollo.
Il latte contiene lattosio, un glucide polisaccaride. Per chi lo digerisce, svolge la normale funzione energetica.
Il contenuto vitaminico è interessante soprattutto in merito a molte molecole idrosolubili del gruppo B, in particolare la riboflavina (vit. B2), e in merito alla vitamina A (retinolo).
Anche l'apporto minerale è parecchio apprezzabile. Abbondano vari elementi tra i quali spiccano soprattutto il fosforo e il calcio.
A cosa fa bene bere latte?
Per l'adulto, il latte ha diverse funzioni nutrizionali, nessuna delle quali "esclusiva", ma sicuramente utilissime per chi lo tollera (in seguito entreremo nel dettaglio):
Partecipa all'idratazione corporea: circa l'87-90% del volume è costituito da acqua;
Contribuisce all'apporto proteico ad alto valore biologico (VB): con i suoi 3,1-3,7 g / 100 ml, il latte è una buona fonte di amminoacidi essenziali (EAA);
Aiuta a raggiungere le razioni raccomandate di certe vitamine e minerali, soprattutto vit. B2 (riboflavina) – 0,18 mg / 100 ml – e calcio – da 119 a 122 mg / 100 ml.
Latte e osteoporosi: qual è la verità?
Il calcio è essenziale per la salute delle ossa.
Il fabbisogno di calcio è maggiore in fase di sviluppo e durante la vecchiaia – soprattutto per le donne in menopausa.
La carenza alimentare cronica di calcio è associata ad anomalie della crescita e a un maggior rischio di malattie dello scheletro, soprattutto osteoporosi.
Nota: in realtà non è l'unico fattore; sono essenziali anche l'attività motoria, la vit. D, le proteine, il ferro, il magnesio, lo zinco, altre vitamine ecc.
Il fatto che il latte sia una buona fonte di calcio non significa che sia essenziale per la salute delle ossa; ma nemmeno che non sia utile, o peggio, che sia nocivo (vedi sotto).
Quindi:
Il latte è utile contro l'osteoporosi? Diciamo che contribuisce all'apporto di calcio e fosforo, ma è necessario che sia ben tollerato e che si presti attenzione agli altri fattori di rischio.
Se non bevo latte mi viene l'osteoporosi? Diciamo che il rischio di osteoporosi aumenta al crescere dei fattori di rischio, uno dei quali è l'insufficienza di calcio. Se però questa viene evitata, il latte non ha alcun impatto.
Perché non bisogna bere il latte?
Considerandolo un alimento altamente "specifico", molti ipotizzano che "il latte commerciale (vaccino, di pecora, di bufala, di capra, di asina, di cavalla ecc.) non sia un alimento naturale per l'essere umano non più nel periodo dell'infanzia".
Il ragionamento è, in realtà, solo parzialmente condivisibile. L'uomo, essendo un onnivoro, si è evoluto per digerire e metabolizzare quanti più alimenti possibile; è però innegabile che "qualcuno sia rimasto un po' indietro".
Sappiamo che moltissime persone soffrono di reazioni avverse quando lo bevono o quando mangiano alimenti da esso derivati (ricotte e formaggi). Tali condizioni possono essere riassunte in tre casistiche:
Intolleranza al lattosio: principalmente manifesta con reazioni gastro-intestinali dose dipendenti (non immunitarie), è provocata da un deficit intestinale di enzima lattasi.
Può essere evitata consumando latte e derivati delattosati, o enzimi lattasi esogeni. Nel lungo termine, se ignorata, può determinare malassorbimento;
Allergia alle proteine del latte: coinvolge il sistema immunitario ed ha una gravità acuta potenzialmente significativa. Può essere evitata solo escludendo latte e derivati;
Galattosemia: una malattia metabolica genetica che si basa sulla totale incapacità di metabolizzare questo monosaccaride;
Scarsa capacità di digestione: è tendenzialmente idiopatica, non patologica e solitamente specifica per il latte – non per lo yogurt, le ricotte e i formaggi. I sintomi più frequenti sono la sensazione di pesantezza, il rigurgito e talvolta la nausea (raramente vomito).
Con eccezione di questi casi, chiunque può bere latte senza doversi preoccupare di alcun risvolto negativo per la salute.
Non ci sono altre ragioni per ipotizzare che il latte faccia male o che debba essere evitato.
Perché dicono che il latte infiamma?
È difficile rispondere a questa domanda, poiché gli studi effettuati dimostrano esattamente il contrario.
Alcune correnti di pensiero aborrano il latte in tutto e per tutto e, come spesso accade in questi casi, sii trascorre più tempo a cercare di dimostrare ciò in cui si crede che a credere in ciò che è dimostrato.
Per chi non crede ai complotti, sarà interessante sapere che l'ultima revisione sistematica dell'American Society of Nutrition ha dimostrato che il consumo di latte e latticini non determina alcun effetto pro-infiammatorio né nei soggetti sani, né in quelli obesi o con dismetabolismi.
Fino a prova contraria, il latte non infiamma l'organismo.
Cosa succede se bevo il latte tutti i giorni?
Se bevo il latte tutti i giorni non succede nulla.
Quando ben tollerato, ha la stessa funzione nutrizionale di tanti alti prodotti.
Volendo vedere il "bicchiere mezzo pieno" potremmo dire che consumando una porzione di latte ogni giorno ne traiamo vantaggio per ciò riguarda l'apporto di acqua, proteine ad alto valore biologico, calcio, fosforo e vitamine del gruppo B (soprattutto la B2).
Certo è che, al contrario, eventuali reazioni avverse dovute a intolleranza o altre condizioni specifiche potrebbero invece provocare gravi problemi per la salute.
E' abbastanza noto, ad esempio, il ritardo nella crescita dei bambini intolleranti al lattosio - nei paesi meno sviluppati - ai quali si continuano a somministrare latte e derivati.